La provincia di Cremona e, in particolare l’incantevole città di Crema, vantano un percorso storico davvero ricchissimo, testimoniato da una vastissima quantità di reperti archeologici di diverso genere a seconda del periodo a cui appartengono. Una buona parte di questi tutt’oggi è gelosamente custodita nel Museo Civico di Crema, istituito all’interno dell’ex convento di Sant’Agostino.
Il museo civico
Fondato nel 1959 e aperto al pubblico a partire dal 1960, il Museo Civico di Crema non è rimasto un semplice assembramento di reperti organizzati secondo ordine temporale, ma si è reso promotore di attività e mostre collaterali nonché percorsi didattici ed educativi dedicati a famiglie e classi scolastiche. Il museo comprendeva, inizialmente le sezioni storica, musicale, artistica, cartografica, ceramistica, numismatica, folkloristica e artigianale. Successivamente venne istituita la sezione delicata ai cimeli garibaldini e, grazie anche alla scoperta di alcune tombe longobarde a Offanengo, venne aggiunta anche la sezione archeologica. Nel 2014 si è sentita invece l’esigenza di ampliare la parte dedicata all’arte moderna e contemporanea mentre l’anno successivo è stata istituita la sezione di arte originaria che omaggia le tradizioni cremasche, in particolare per quanto riguarda la realizzazione di organi a canne, vanto assoluto della provincia di Cremona da secoli. Curiosa collezione, visibile all’interno del museo, è quella di macchine da scrivere, in memoria dell’intensa attività industriale tenutasi proprio a Crema da due aziende del settore conosciute in tutto il mondo: Serio-Everest e Olivetti.
Le sezioni
Sezione archeologica: dal paleolitico passando per neolitico, Età del Bronzo e del Ferro, epoca tardo-romana e longobarda fino all’età tardo-medievale. La collezione archeologica, grazie ai suoi numerosissimi reperti ripercorre tutto il percorso storico avvenuto nel territorio.
Sezione storica: la metamorfosi politico-sociale, che ha visto protagonista la città di Crema da fine Medioevo in poi viene raccontata da documenti e scritti storici. Una parte consistente riguarda la costituzione della Repubblica Cremasca e la sua successiva annessione alla Repubblica Cisalpina da parte di Napoleone. Altra porzione di reperti degna di nota riguarda la storia di personaggi illustri quali Giuseppe Garibaldi, Enrico Martini e Vincenzo Toffetti.
Sezione artistica: dal 1500 ai giorni nostri, la sezione artistica è in gran parte rappresentata da elementi pittorici. Gli artisti sono divisi secondo epoca storica. Tra i pittori più datati ricordiamo le opere di Carlo Urbino, Gian Giacomo Barbelli e Vincenzo Civercio. Per quanto riguarda invece i pittori moderni e contemporanei citiamo Amos Edallo, Carlo Martini, Federico Boriani e Gianetto Biondini.
Sezione musicale: forse la più importante in relazione alla città di Crema poiché rimanda alla realizzazione artigianale di organi a corde, tipica del cremasco.
Il Convento
Anche la sede in cui è stato inserito il Museo Civico di Crema è un palazzo ricco di storia. L’ex convento di Sant’Agostino fu completato nel 1439 e strutturato su due chiostri di stampo rinascimentale. Una porzione del secondo chiostro venne adibita a refettorio e nel 1507 il pittore Pietro da Cemmo ne realizzò all’interno un grande affresco. Dal 1797 successivamente alla costituzione della Repubblica Cisalpina, il convento venne sconsacrato e adibito a ospedale, destinazione che poco dopo venne mutata nuovamente in favore della nuova caserma. Dal 1945 la struttura, passata nelle mani dell’amministrazione comunale venne utilizzata in tempi di guerra come magazzino e rifugio per senzatetto e sfollati. Pochi anni dopo finalmente, con la direzione dell’architetto Amos Edallo, partirono i lavori di riconversione per la realizzazione del museo. Per diversi anni, oltre alla pinacoteca, l’ex convento ha ospitato anche la Biblioteca comunale.